27 aprile 2017

Esautorarsi

La tisana scotta ma mi conforta: il ginger sbucciato col pelapatate, messo a bollire e tenuto in ebollizione per un bel po'. Poi limone spremuto e un cucchiaio di miele di melata. Mentre Yann Tiersen col suo piano tesse melodie lontane, sorseggio - in pigiama curvo sul divano - la mia taumaturgica bevanda sperando che mi allevi un po' questa tosse e alleggerisca il mio stato d'animo: peso, grigio, piovoso come il temporale che fuori infastidisce da qualche ora. La casa è parzialmente vuotata. Decine e decine di scatole impilate e portate via. Il 29 maggio la lasceremo per sempre. Il "per sempre" mi ha sempre fregato: non mi piace come concetto, mi intristisce, lo evito ma alla fine ci si deve confrontare. 29 maggio: la data del rogito sancita, ufficializzata. Manca un mese e un giorno. E questa corsa contro il tempo per rendere abitabile Bisarno pare interessare solo a me. Del resto agli altri cosa importa? Cosa hanno da perdere? O da guadagnarci? Mi costringe fisicamente a sgolarmi, fino a sentirmi fioco, a prendermi carico di responsabilità e oneri che mi schiacciano il petto, per far si che tutti gli incastri siano compiuti ed eseguiti bene. A trasformare il pessimismo del pensiero in ottimismo dell'azione. Mi sta insomma esautorando e le serate di giornate come questa, dove anche il lavoro ha giustamente preteso la sua parte, ne sono un chiaro esempio. Tisana finita. Continua a piovere. Vado a dormire.

24 aprile 2017

Traslochi

Uno sguardo che denota l'articolatura del primo piano.



In questo lungo ponte del 25 aprile, prima freddo poi di nuovo tiepido poi ventoso, io senza voce e accartocciato (che buccia d'uomo), ci siamo dedicati sia al trasloco di San Francesco, con gli incartonamenti di quasi 10 anni di ricordi. Fortunatamente abbiamo casa dei miei...
Ma tanto è stato fatto anche a Bisarno: intanto ci abbiamo passato molte ore, semplicemente accanto il più possibile alle maestranze, o nei giorni di festa trascorrendoci momenti lieti, giocando insieme alle bambine coi gatti e i fagiani presenti nell'aia fra i calcinacci, la betoniera e i sacchi di calcina: un po' di cibo raccolto in una ciotolina ha attratto una gran quantità di fauna autoctona! Io mi sono addirittura cementato nella nobile arte della stuccatura delle facciate. La facciata (non grazie a me, non vorrei generare equivoci) sta procedendo a pieni ritmi e dal 10 maggio toglieremo i ponteggi. In casa, grazie al poderoso aiuto nonnesco, stiamo dipingendo i soffitti in travi e correnti. È stato montato lo scheletro del camino. Poi tanti lavoretti di fino per rendere pronta la casa alla posatura della resina e per poterci poi accogliere dai primi di giugno. Insomma, giorni dove stiamo esercitando il famoso ottimismo dell'azione. 

Nonni in azione.