Strane vacanze natalizie. Non possiamo dire brutte: sarebbe ingeneroso per chi ha problemi concreti e vive situazioni realmente complicate. Ma è grottesco che quasi al decimo giorno di ferie si sia sempre tutti acciaccati, fra tosse, moccichi, febbrate, vomiti, dissenterie, muco: un lazzaretto familiare, allargato anche ai nonni, che ci ha recluso in casa, buttando giù il sottoscritto (piuttosto "sensibile" a queste situazioni), isterizzando la Mignola e innervosendo la Laura. Non c'è che Matilde che vive i suoi acciacchi con seraficitá e gioia, approfittando del tempo in casa per affinare le sue capacità grafiche. E forse questi inciampi ci hanno fatto anche essere severi, troppo severi, nel giudicare - in queste ore di retorica di fine anno, fra bilanci e propositi - il 2016 appena scorso. Comunque, non mi sottraggo al gioco. La prima considerazione è che nell'anno 2016 abbiamo scommesso forte e tanto su noi stessi, prendendoci dei rischi che alla lunga - i famosi ormai ultimi due mesi - hanno chiesto dazio: stress, stanchezza, tensioni alla fine ci hanno indebolito e costretto in queste ore a un otium forzato fra le quattro mura, che non sarebbe differente da quello che avevamo agognato ma avremmo voluto farlo con una scelta nostra, pigiamosa e coccolante, e non subita e piena di medici, fazzoletti sporchi e farmaci. Comunque, ad averne di anni come il 2016: un ottovolante creativo unico che mi ha dato grandi emozioni: io necessito continuamente di sfide, di emozioni, è il mio daemon, e queste non sono davvero mancate: forse nel 2017 potrebbe non essere sbagliato decelerare un po'. Bisarno e La Toscana di Ruffino svettano come risultati, progetti diversi di sfere lontane fra loro. Sono cresciuto professionalmente. Ho visto altri pezzettini di mondo. Ho aperto questo piccolo blog. Sì, scrivere e viaggiare sono da anni le mie cure e lo sono state anche quest'anno. Ci sono tante nuove anime belle che al 31 dicembre 2015 non conoscevo o di cui conoscevo solo qualche maschera e non le pieghe del volto. Con altri non mi sento quasi più: forse doveva essere così. Infine e soprattutto non posso non ricordare a me stesso come la famiglia prosperi, stia in piedi, sebbene qualche mia latitanza, piscologica e lavorativa. Ma per arrivarci a tutte queste novità si è battuto più volte la bocca, si sono provare emozioni negative e frustranti, chiaroscurali, la paura spesso ha frenato. Ecco, meno paura vorrei avere nel 2017. Maledetta paura. Ma sono, siamo tutti qui: ci contiamo e i conti tornano. Ci soffiamo il naso, accendiamo l'aerosol, prendiamo l'oki e immunostimolanti, rinunciamo a qualche gita fuori porta, ci ingolfiamo di panettone coi canditi, cioccolato fondente e cucchiai di miele, ci incerottiamo coi cerotti buoni rossi, delle feste e ci prepariamo, in qualche modo, al 2017 che già è qui e mi porterà, ci porterà (anche la mia compagna è dell'aurea classe del 1977) ai famigerati 40 anni. Auguri a tutti amici per un altro giro!
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