2 settembre 2017

Settembre


Un fresco vento settembrino ha spazzato via l'afa degli ultimi giorni e ci ha preparato a un anticipo di autunno, una stagione che ha i colori più vivi e i profumi più intensi ma in sè anche i prodromi silenziosi della necrotizzazione invernale. Il lavoro è ripreso totis habenis, a gran ritmo, e la corsa verso Cookstock, il grande evento di Pontassieve che ci vede con Ruffino protagonisti, è entrato ne suo ultimo miglio. Oggi, un rilassante sabato di buona cucina, gustoso vino (Passopisciaro, contrada S) e gradite visite (è venuta Mia, la migliore amica della Mati, per una sessione di gioco che ha impegnato le Upupole per buona parte del pomeriggio), il NonnoCiccio ha lavato parte della facciata verso l'aia, sopra e attorno l'arco della cucina, restituendo le cromie terrose e ferrigne della pietra alternata al mattone che me la rendono così irresistibile. Adesso è ancora più bella se possibile! Abbiamo (ha, dovrei dire, ma la buona volontà non mi manca mai) installato anche un faretto led esterno sopra l'arco della cucina, un esperimento per vedere se e come la muratura a vista verrà valorizzata da questa illuminazione che vuole essere negli intenti coreografica ma non eccessiva e volgare. Per la cronaca e gli appassionati delle serie a puntate col lieto fine sapientemente rimandato ad taedium, ieri sera si è di nuovo palesato il topo - forse un altro? - nella camera da letto e io ho miseramente fallito di nuovo la cattura, peraltro non facile. Mi sa che dovrò prendere provvedimenti più drastici. A partire dai due gatti adottati all'uopo - Fulvio e Bianca - ai quali forse l'alimentazione da me provvista ha fatto loro svanire lo smalto predatore e la carica agonistica per cacciare via i topolini. Del resto, dovremo imparare a convivere con la fauna di Bisarno, volenti o nolenti. E se i caprioli, gli istrici, il gufo, i leprotti, i fagiani sono stati disneyanamente accolti e salutati nei loro pellegrinaggi per lo più notturni nella corte da tutta la famiglia, dei calabroni, delle vespe, delle zanzare, e soprattutto dei topi e del gigantesco cinghiale palesatosi giovedì notte rumoroso e luciferino a mangiarmi le giuggiole avrei fatto volentieri a meno. Lo abbiamo sentito e poi osservavato dalla specola della nostra camera inerti e un po' inquieti, fin tanto che, improvvisamente spaventato da un nonnulla (non le nostre urla che lo invitavano ad andarsene), si è dato alla fuga nel campo adiacente. 

Una squadra ben organizzata per montare una lampada

L'ottima cena in un ridente venerdì: è fresco, si mangia dentro...
Meglio fare da soli...


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