20 maggio 2017

La guerra degli es.



Un sabato diviso fra gli inscatolamenti a San Francesco (mancano poco meno di 10 giorni all'abbandono della casa) e gli ansiosi e affrettati lavori a Bisarno (mancano poco più di 20 giorni al previsto primo giorno nella nuova casa), di cui sono osservatore zelante con l'umile ruolo dello spazzino (che però decide!). Oggi sono arrivate gran parte delle finestre, splendide! Mancano adesso solo le centinate, quelle cioè con l'arco, il portone d'ingresso e la grande finestra ad arco della cucina. I lavori fognari hanno preso un la, anche se ancora mancano molti allacci, un paio di cisterne e altri marchingegni: prima gli scavi, poi posatura dei (tanti) tubi con pozzetti, infine copertura degli scavi. È stata anche installata, in un mosaico di impegni e maestranze fatte incastrare con  sommo dispendio di energie la pompa di calore e la centrale termica, seppur ancora non sia stato possibile accenderla per far fare ai massetti lo shock termico propedeutico alla resina. Restiamo in attesa di Hitachi che deve essere presente con un suo uomo al turn on: confido nella puntualità nipponica. Abbiamo anche iniziato la posa delle mattonelle azzurre del bagno grande. Ho compiuto durante tutta la giornata, che da cinguettante e bella si è mutata in brontolona e temporalesca con l'incidere del meriggio, un su e giù continuo fra le due case e i bidoni della raccolta differenziata: tanta immondizia creata, sia nel restauro che per il trasloco. Nel mezzo, continue riflessioni sul da farsi in questo countodown e le solite bordate di pessimismo e negatività bubate dall'ecosistema del cantiere. Comunque, mentalmente mi sento meglio dei mesi scorsi e anche i miei fastidi di salute, pur presenti, sono accolti con un approccio meno nichilista e cupo. Mi sa che sta emergendo il mio "es" specializzato nell'ultimo miglio, un napoleonico, pugnace e pertinace frammento di "me" che spesso affiora fra le tante sfaccettature del mio animo e mi permette di affrontare al meglio le prestazioni e di togliermi non poche soddisfazioni. Ha un solo difetto, quest'io determinato e adrenalinico: compiuta la sua missione, cintosi d'alloro e beatosi del successo, si rintana repente nei meandri della psiche lasciando il posto agli altri "es" noiosi e queruli, recanti accidia e smania e storico terreno fertile per farsi poi fagocitare da una nuova colonia di stati psichici, di "ego", liberi pensatori, volti a farmi indirizzare verso nuovi progetti e nuove sfide. If you rest, you rust. 



19 maggio 2017

Chris Cornell


Mi prendevano in giro quando ascoltavo i Soundgarden. Nel mio ecke ecken erano il vertice basso dopo il binomio Pear Jam e Nirvana, ma tutti e tre i gruppi costituivano manna per le mie prime inquietudini postadolescenziali che avrebbero trovato poi fioritura fra i libri e le poesie degli ultimi anni del liceo e durante gli anni estatici e decadenti, introspettivi e cupi di Lettere. Chris Cornell da Seattle si è suicidato due giorni dopo il mio ingresso nei quaranta. In qualche modo un congedo cerimonioso a una epoca, i miei primi quarant'anni. 
Sono entrato negli anta lavorando. Una soleggiata giornata trevigiana a festeggiare non me ma la nuova sede di Ruffino, approdati io in Veneto dopo la settimana nel nord della Germania, l'azienda dopo centoquarantanni solo in Toscana.
Va bene così. Testa china sul lavoro, sul trasloco e sul Bisarno. tempo e luogo per godersi un po' di conseguimenti, non solo anagrafici, non mancheranno. 

14 maggio 2017

Il bradipo Flash e l'ultimo giro degli "enta".

Ultimo giro di un decennio favoloso. Sto entrando però negli anta con la smania, l'irrequietudine e la stanchezza di un semestre complicato, aggrovigliato e fin troppo incasinato. Oggi non faccio bilanci ma pulizie a Bisarno (pala in mano per muovere terra e ordine dei vari ballini di materiale) prima di un'altra settimana di cantiere che si preannuncia piena di lavori e, consequenzialmente, problemi, ansie, dubbi e questioni che mi verranno poste, un altro po' di trasloco qui dalla casa di San Francesco (come Pollicino, scatolina dopo scatolina, sedia a dondolo di design dopo console trasformabile in tavolo, bottiglia di vino dopo bottiglia di vino) e, al tocco, un pranzo coi parenti inglesi, o meglio, italiani trasferitisi nelle terre di mezzo della perfida Albione e per la giornata nella nostra splendida Valdisieve. Ci saranno la mia nipotina, il fratello della mia compagna e sua moglie, oltre ai nonni. Pranzeremo alla bottega di Rosano. Alé! Le bambine smaniano per vedere la cuginetta, temo proprio la fagociteranno fra giochi, urla, strepiti, interrompendone con la loro starnazzante mediterraneitá l'aplomb british nel quale sta crescendo. Nel frattempo, cerco lo zen, la pace, l'occidentali's karma traendo spunto dal mondo dell'arte e della cultura pop, rivedendomi una parte di quel capolavoro per bambini e adulti che é Zootropolis, nello specifico la scena incentrata sul bradipo Flash. Il suo sorriso ampio e rilassato, le sue maniere compassate, il suo "festina lente" mi siano di augurio in questo ultimo giro degli enta.